UNITÀ SINDACALE – UNA DURA PRESA DI CONTATTO CON LA REALTA’ SONORI “NO” ALLE PROPOSTE ECONOMICHE SI È PERSA TRACCIA DELL’ACCORDO SUL LAVORO AGILE

Dopo un anno di vanterie sulla potenza di fuoco messa in campo con l’operazione di convergenza nell’Unità, quegli stessi Sindacati si scontrano con la dura realtà della scarsa sensibilità e capacità di ascolto delle istanze rappresentate da loro stessi e, nell’incontro del 23 corrente, hanno dovuto registrare una serie di sonori “NO”; “l’Invincibile Armata” si è incagliata sugli scogli del negoziato sull’efficienza aziendale.

 

C’era bisogno di quattordici mesi questo è il tempo intercorso dalla costituzione dell’Unità Sindacale – per comprendere che la Banca è arroccata sulle proprie posizioni e affatto disponibile a concedere nulla a favore dei Dipendenti?

 

Nel frattempo, c’è stata la trattativa sul lavoro agile partita con mirabolanti promesse “svolta storica”, “rivoluzione nel modo di lavorare”, che presto si è trasformata in un “finto negoziato” utile solo ad arrivare alle posizioni che la Banca aveva espresso ancor prima dell’avvio del confronto. Infatti, dopo una ripetuta serie di annunci circa fantomatici progressi, la trattativa è pervenuta a null’altro se non ai contenuti del “libro bianco”, confezionato dalla Banca addirittura mesi prima dell’avvio del negoziato, e si è stabilito un mix di lavoro in presenza e di delocalizzato (gestito con piena discrezionalità dalla Banca) per una parte del Personale e poco o niente per il restante, per la quale niente innovazione!

 

In pratica, il negoziato sullo smart working di centrale interesse, che doveva essere portato all’approvazione del Consiglio Superiore di novembre (per cui era stata convocata la riunione sindacale del 23 novembre finalizzata anche alla relativa sottoscrizione) sembra essere stato risucchiato nel porto delle nebbie e la comunicazione dell’Unità Sindacale nemmeno lo cita.

Ora, preso atto del vero volto della Banca, con il comunicato “dal confronto al conflitto” sembrano rivolgere una sorta di accorata perorazione affinché sia più generosa!

 

La questione è che, quando si parla di numeri, diventa difficile camuffare la realtà così come l’unità Sindacale ha fatto per l’intera durata del confronto sul lavoro agile e la verità è di immediata percezione per tutti.

 

Dopo tanto “parlare” pensiamo che sia tempo di bilanci e prendere atto che l’operazione “Unità Sindacale” si basava esclusivamente sull’obiettivo di sedere al primo tavolo ma aveva fondamenta deboli.

 

Era evidente che quella aggregazione si fondava sulle diversità di impostazione e di vedute dei suoi diversi componenti e che era guidata saldamente dal CIDA, che, come è noto, su molti temi “sensibili” ha un approccio al confronto con la Banca sensibilmente diverso dalle altre OO.SS.

 

I risultati di tale aggregazione “arcobaleno” sono ormai evidenti a tutti: l’Unità Sindacale non è stata in grado di esprimere una linea rivendicativa forte e coesa e tale indeterminatezza ha provocato danni sensibili alla Categoria.

 

Altri e, se possibile, ancora più gravi danni potranno essere provocati da tale eterogenea aggregazione su temi che sono di fondamentale interesse per le Colleghe e i Colleghi e che dovrebbero essere oggetto del prossimo negoziato (come, ad esempio, la revisione degli inquadramenti).

Appare evidente a tutti che le relazioni sindacali siamo finite in una sorte di palude che impedisce qualsiasi avanzamento!

 

È, di conseguenza, urgente che si sviluppi un dibattito all’interno della Categoria per esigere da parte del Sindacato una linea rivendicativa ferma e determinata.

 

Se è vero che nulla sarà come prima è di fondamentale importanza che il rinnovamento venga gestito da parte sindacale con consapevolezza certa e limpidezza di comportamenti.